Tuesday, October 09, 2007

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Saturday, January 06, 2007

Quando nasce una storia da raccontare?

Qualcuno ha detto che "si scrive per raccontare se stessi". E' vero.

Ogni volta che raccontiamo qualcosa a qualcuno, vogliamo in realtà raccontarci ed essere ascoltati. E' dentro ad ognuno il desiderio irrefrenabile di raccontare la propria vita, perchè, in fondo, io credo, abbiamo paura che vada persa irrimediabilmente e allora ci affanniamo a lasciare tracce, segnali, ricordi.

E più questi segnali entrano nei codici collettivi legati alle emozioni del singolo, che troviamo allora i grandi racconti che ci appassionano, le vite che avremmo voluto vivere o le vite che drammaticamente viviamo ogni giorno.

Gli occhi di Luca è nato proprio in un luogo dove noi cosidetti "normali" non vorremmo esserci per nessuna ragione al mondo. Io ero là con mio figlio e ho iniziato ad aver paura. Sì, una paura che qualcosa mi stesse sfuggendo di mano senza rendermene conto. La paura di non essere un buon genitore, la paura di lasciare in eredità ai miei figli solamente debiti puntualmente pagati e nient'altro.

Ho scritto questo breve romanzo perchè ho sentito - e sento, continuo - il bisogno/desiderio di lasciare un segnale, spurio, non perfettamente codificato nella mia mente, ma di lasciare comunque una traccia. E' solo un piccolo segno fatto sulla sabbia in riva al mare, lo so. Fra poco se ne andrà e sarà giusto così. Ma fintanto che l'onda non arriverà, sarà stato per me un solco profondissimo che prima non c'era.

"Si ha un bell'aprire porte e finestre per fare una casa; l'utilità della casa dipende da ciò che non c'è."Tao Te Ching, XI